Scoprire e comprendere appieno gli svantaggi del multitasking è l’obiettivo chiave di questo articolo. Per svelare se il multitasking rappresenta un alleato prezioso o un nemico della produttività esamineremo le opinioni degli esperti e i dati provenienti dagli studi più recenti.
E, se sei interessato al minimalismo e a come influenzi la nostra capacità di focalizzare l’attenzione, ti consiglio di dare un’occhiata ad alcuni libri che approfondiscono questo argomento.
Sei pronto a svelare la verità dietro questa pratica?
Si?
Continua a leggere per scoprirlo!
La crescente complessità sociale degli anni ’80 e ’90.
Tra gli anni ’80 e ’90 in sociologia è cambiato il modo di percepire e studiare i fenomeni sociali.
I modelli semplici e lineari per comprendere i fenomeni sociali si mostrano inadeguati. La società si stava strutturando con reti complesse di relazioni, interazioni e dinamiche non riconducibili a semplici schemi causali.
L’attenzione degli studi sociologici si è concentrata sullo sviluppo delle interazioni umane in un mondo sempre più interconnesso e dinamico, in quanto:” le relazioni possibili tra gli elementi aumentano in progressione geometrica, quando si incrementa il numero degli elementi (uomini, NdR), cioè quando il sistema cresce” (N. Luhmann, R. De Giorgi, “Teoria della società”, F. Angeli, Milano, 1995, pag. 40-41).
Le relazioni tra i componenti di un gruppo sociale si basano sullo scambio di informazioni: variano molto i tipi di relazione ma anche i canali di comunicazione.
La complessità delle società moderne, in virtù anche della globalizzazione, è aumentata in modo esponenziale facendo sorgere il “bisogno di ridurre la complessità” per semplificare le nostre vite.
Il minimalismo e la realizzazione di infinite opportunità nell’era della complessità.
Le opportunità offerte dalla moderna tecnologia sono infinite ma è impossibile realizzarle tutte.
In fondo è ciò con cui si confrontano i minimalisti in ogni istante. Hanno ben compreso che non è possibile conoscere e fare esperienza di ogni cosa. Per la loro amplissima varietà è impossibile svolgere un’infinita di azioni. Ad esempio non è possibile leggere tutti i libri pubblicati sull’intero pianeta.
Tutti gli stimoli vengono attentamente valutati, elaborati al fine di fare scelte precise, consapevoli e motivate. I minimalisti conservano solo ciò che è realmente utile. Eliminano dalla loro vita il superfluo e ciò che può essere dannoso. Riducono le relazioni interpersonali. Privilegiano gli oggetti e gli arredi che offrono molteplici funzioni, in una sorta di approccio multitasking nell’ambiente che li circonda.
Contrariamente a quanto credono molti minimalisti non si tratta solo di risparmio economico.
L’era della globalizzazione ha portato non solo alla diffusione e commercializzazione di prodotti, servizi e a incrementare le comunicazioni, ma anche a una saturazione a 360 gradi della nostra vita. Questo eccesso sporta le persone a riflettere sui lati negativi e dannosi della sovrabbondanza, inducendo un cambiamento di paradigma inclusivo di rispetto dell’ambiente, consumo più consapevole, selezione degli interessi e delle relazioni sociali.
Nuovi modelli di vita, come il minimalismo e la semplicità volontaria, stanno guadagnando popolarità.
Nella diffusione dello yoga in Occidente, va considerata anche la sua abilità nel guidarti verso la tua vera essenza, portandoti ad adottare uno stile di vita minimalista.
Secondo la mia opinione, dettata dall’esperienza personale, lo studio di se stessi (Svādhyāya) rappresenta un elemento comune con il minimalismo e ne sottolinea la somiglianza,.
Un altro aspetto tipicodi quest’epoca è la crescente convinzione che sia possibile lavorare in multitasking, prendendo spunto dai computer.
Cos’è il multitasking e cosa significa essere multitasking?
Multitasking è un termine inglese composto da multi (più di uno) e task (compito).
Questo termine nasce in ambito informatico per indicare la capacità di un software di compiere simultaneamente diversi compiti.
Tuttavia, è impreciso.
Gli elaboratori non sono in grado di svolgere simultaneamente diverse funzioni. Essi svolgono un compito per volta ma molto rapidamente.
Quindi, la caratteristica principale del multitasking in informatica è la rapidità di esecuzione del lavoro e non la capacità di svolgere due lavori allo stesso tempo.
La velocità con cui i computer portano a termine una funzione è talmente elevata da creare l’illusione che siano svolti simultaneamente.
Il termine è stato mutuato dall’informatica per identificare un approccio operativo delle persone orientato alla gestione e ottimizzazione del tempo. In poche parole, si crede di essere più efficienti se si svolgono più compiti contemporaneamente.
Si crede?
Si, si crede. E’ stato dimostrato che anche se svolgiamo due attività simultaneamente, il cervello umano è in grado di restare concentrato solo su una di esse. Mentre l’altra è svolta automaticamente.
Facciamo un esempio riportando alla tua memoria una esperienza comune a tutti.
Siamo in grado di parlare e camminare allo stesso tempo. Ma l’attenzione sarà rivolta solo sul parlare o sul camminare.
Il ruolo dell’attenzione è cruciale in quanto è sempre selettiva e non è possibile dirottarla da un’attività all’altra in brevissimo tempo.
Questo spiega perchè l’approccio multitasking, in realtà, sia molto insidioso e poco efficace.
Gli svantaggi del multitasking.
Abbiamo già detto che il cervello umano ha bisogno di tempo per concentrarsi totalmente su nuove attività.
L’attività cerebrale avviene con un elevatissimo dispendio energetico.
Gli studi della ricercatrice Gloria Marks della University of California ha svelato che occorrono mediamente 23 minuti e 15 secondi per ritrovare la concentrazione che avevamo prima di ogni interruzione1.
Gli studiosi hanno dimostrato che il multitasking rallenta la nostra performance2. Nell’immediato aumentano gli errori3. Nel lungo periodo riduce le capacità cognitive4.
Secondo gli studi di Mayer, commutare come i computer da una attività all’altra può far perdere fino al 40% del tempo. Con notevoli implicazioni sulla produttività in ogni ambito. Sia esso professionale che privato.
Si è dimostrato che parlano parlare al telefono mentre guidano percepiscono il 50% dei cartelli stradali in meno e reagiscono più lentamente3.
Come riconoscere la sintomatologia del multitasking?
Vi siete mai sentiti sopraffatti dall’ansia di dover affrontare molte cose in poco tempo? Avete mai provato la sensazione di non avere abbastanza tempo ed energia per portare a termine i vostri impegni?
Questa sensazione dovrebbe essere il vostro campanellino di allarme.
Quali sono le conseguenze se non cambi il tuo modo di fare??
Stress, frustrazione, burn out e abbassamento dell’autostima.
Come si verifica tutto ciò?
Durante il passaggio da una attività all’altra, attenzione e concentrazione sono ripetutamente interrotte. Insorgono precocemente fatica mentale e riduzione del livello di concentrazione necessari per svolgere qualsiasi compito.
I risultati mediocri saranno inevitabili. Aggiungiamo che ogni interruzione, è vissuta come il mancato raggiungimento di un obiettivo3.
Ed ecco fatto. Si innescheranno a catena tutti gli svantaggi del multitasking!!!
Come il multitasking incide sulle relazioni personali e sulla vita familiare.
Ti sei mai fermato a pensare che fare multitasking mentre sei con altre persone potrebbe danneggiare le tue relazioni interpersonali?
Tra gli svantaggi del multitasking dobbiamo inserire anche questo.
Il multitasker compromette le relazioni umane, poiché è sgradevole vedere che le persone con cui interagiamo sono occupate a rispondere a e-mail o telefonate
In passato, questi comportamenti erano considerati offensivi e segno di maleducazione.
La qualità della vita è seriamente compromessa dal multitasking. Se si porta il lavoro a casa durante i giorni liberi, tempo e attenzione sono sottratti ti alla propria famiglia, agli amici, ai propri interessi e agli animali domestici.
Ed eccoti, infine, la lunga lista degli svantaggi del multitasking:
- riduzione dell’attenzione e dell’efficienza;
- maggiore durata delle attività;
- maggiore tendenza alla distrazione;
- maggiore rischio di commettere errori;
- incapacità di selezionare le priorità;
- incapacità di concentrarsi;
- riduzione dell’intelligenza emotiva;
- aumento del senso di frustrazione e stress;
- riduzione dell’autostima;
- dipendenza alla dopamina, l’ormone della felicità;
- riduzione della densità della materia grigia;
- riduzione della qualità delle relazioni interpersonali;
- riduzione della qualità della vita.
Il ruolo di Aparigraha nella gestione degli svantagi del multitasking.
Nonostante i danni causati alla nostra salute dal multitasking, non sempre possiamo avere il controllo completo delle situazioni.
In questi casi è opportuno ridurre il coinvolgimento emotivo, lasciando andare il controllo e le aspettative (aparigraha).
Analizzare oggettivamente la situazione per capire cosa possiamo controllare e cosa no. Ciò che dipende totalmente dal nostro controllo e che possiamo sempre gestire è la nostra reazione agli eventi: controlliamo i nostri pensieri, le nostre emozioni, facciamo un respiro profondo e concentriamoci su ciò che stiamo facendo.
Lasciare andare il bisogno di controllo e perfezione ci consente di vivere la giornata in modo più leggero, fornendoci la forza e la mentalità giusta per affrontare gli imprevisti.
Ricordiamoci che la perfezione è un concetto inesistente. Le aspettative irrealistiche sono tra le cause della sofferenza umana. Non significa rinunciare alla pianificazione, ma comprendere che la nostra energia è limitata e dobbiamo scegliere a chi o a cosa dare importanza.
Noi viviamo nel presente, non nel passato né nel futuro.
Come superare il multitasking: libri suggeriti.
Nei limiti del possibile occorrere semplificare, definire le priorità e portarle a termine.
Non sempre è facile farlo al lavoro. Spesso interferenze esterne interrompono l’attività lavorativa. La loro priorità non è definita da noi ma dai nostri superiori o dall’organizzazione aziendale (telefono che squilla, colleghi che ci interrompono, e altro).
Gary Keller, imprenditore americano, suggerisce di individuare le priorità in ogni aspetto della vita. Spiega il suo metodo per comprendere quali sono le priorità da inseguire e che fare di meno ( e non di più) agevola il raggiungimento degli obiettivi.
Adottando questo principio, la zao azienda è diventata più florida uscendo da una situazione di stallo. Il libro che ti suggerisco di leggere è “Una cosa sola: l’unico metodo per fissare le priorità e ottenere risultati eccezionali” .
La soluzione migliore per lo scrittore Estanislao Bachrach nel suo libro Il cervello geniale è ricavarsi una “zona di non interruzione” durante la giornata.
Concludo con Double Ta Valeur, Olivier Lambert che presentano numerosi studi sull’impatto e le conseguenze del multitasking sulle capacità icognitive.
Conclusioni
Gli svantaggi del multitasking sono molteplici perchè il cervello umano non è progettato per svolgere diverse attività contemporaneamente. I riflessi negativi nella vita dei multitaskers sono tanti sia nell’immediato che nel lungo periodo.
Li elenco di nuovo brevemente:
- Riduzione della produttività e della qualità del lavoro;
- Aumento degli errori;
- Stress, ansia, burnout;
- Fatica mentale;
- Diminuzione della memoria a breve termine;
- Riduzione della creatività;
- Difficoltà a stabilire relazioni;
- Perdita di tempo;
- Abbassamento dell’autostima.
Fonti
Multitasking: significato, efficacia e verità scientifiche
Note
1 Mark, Gloria & Gudith, Daniela & Klocke, Ulrich. (2008). The cost of interrupted work: More speed and stress. Conference on Human Factors in Computing Systems – Proceedings. 107-110. 10.1145/1357054.1357072.
2 Rogers, R. & Monsell, S. (1995). The costs of a predictable switch between simple cognitive tasks. Journal of Experimental Psychology: General, 124, 207-231.
3 Meyer, D. E. & Kieras, D. E. (1997a). A computational theory of executive cognitive processes and multiple-task performance: Part 1. Basic mechanisms. Psychological Review, 104, 3-65.
4 Earl Miller, Multitasking: Why Your Brain Can’t Do It and What You Should Do About It, 2017, The Picower Institute for Learning and Memory and Massachusetts Institute of Technology