E se scambiarsi gli auguri non fosse solo una consuetudine? Dove e quando nasce questa usanza e la parola “auguri”?
Nel mondo cristiano, è consuetudine scambiarsi gli auguri di Buon Natale. Tuttavia, abbiamo l’usanza di scambiarci gli auguri in numerose altre occasioni.
Le festività natalizie mi hanno fornito l’opportunità di riflettere più approfonditamente su questo tema.
Perché lo facciamo? Qual è il vero motivo che si nasconde dietro questo gesto? Quale impatto ha sulle relazioni umane?
Partendo dalle origini storiche, considereremo anche il punto di vista degli psicologi per capire se l’usanza di scambiarci gli auguri va oltre la mera tradizione e cultura o se ha un significato più profondo e risponde a bisogni sociali meno evidenti.
Tradizione e cultura rappresentano solo un punto di partenza della nostra riflesione.
Iniziamo ad indagare sull’origine della parola.
Origine della parola “Auguri”
Il termine “augurio”, secondo la Treccani on line
“1. …indicava la cerimonia con cui gli auguri – interpreti, al tempo di Roma antica, del volere degli dei – ricavavano presagi dall’osservazione del volo degli uccelli o da altri fenomeni, e anche il presagio stesso che ne ottenevano. 2. Da questo significato storico sono nati i significati più moderni e attuali della parola. L’augurio è dunque, più genericamente, un presagio, cioè la previsione di un evento buono o cattivo”.
Il ruolo degli Auguri romani come interpreti del volere divino
Gli antichi romani hanno ricevuto in eredità l’arte divinatoria praticata dagli etruschi. Gli àuguri erano sacerdoti in grado di interpretare se le gesta umane avrebbero incontrato il favore degli dei o no. Oppure, se questi ultimi avevano cambiato opinione.
Àugurio era il nome delle antiche cerimonie.
Occorre sottolineare che il solo compito dell’àugure era di predire se una decisione già presa fosse in linea o meno con la volontà divina e non prendeva parte al processo decisionale.
Questo spiega, ad esempio, perchè le guerre erano combattute nonostante gli infausti presagi.
Col passare del tempo, la lettura si ampliò a tutti i fenomeni naturali, non limitandosi più soltanto al volo degli uccelli.
Origini storiche degli auguri: dai Saturnali al Natale
Nell’antica Roma, dal 17 al 23 dicembre, si celebravano i Saturnali, feste in onore del dio Saturno, associato all’agricoltura e all’abbondanza.
I includevano l’offerta di doni e sacrifici al dio per placarlo ed assicurarsi un raccolto prospero. In tal modo, allontanavano la paura della scarsità che metteva a rischio la sopravvivenza durante il periodo più cupo e freddo dell’anno.
Durante le Saturnalie, oltre a rendere omaggio agli dei, i romani si scambiavano auguri e regali.
Gli auguri, che inizialmente, potrebbero essere nati come auspici di buona fortuna e prosperità, nel tempo si sono trasformati in qualcosa di più profondo. Oggi sono un modo per esprimere affetto, buone intenzioni e sostegno verso chi ci sta a cuore.
Alcuni elementi degli antichi riti sono pervenuti fino ai nostri giorni e possiamo notarli nelle tavole imbandite durante le celebrazioni, nelle festività, nelle luci e negli addobbi. Fino a poco tempo fa erano un modo per affrontare il senso di incertezza e l’ansia legata a questo momento del ciclo naturale.
Attraverso lo scambio di auguri, in particolare, si manifesta vicinanza e si risponde al bisogno psicologico di sentirsi protetti in un momento in cui ci si sente più vulnerabili. Infatti, queste usanze volgono un ruolo importante nel promuovere la coesione sociale.
Psicologia degli auguri: la reciprocità sociale
Fare gli auguri può apparire un gesto semplice, ma in realtà è un’azione impegnativa poiché porta con sé significati profondi e importanti.
Le modalità e le espressioni per condividere gli auguri variano in base al tipo di relazione che si ha con la persona a cui sono destinati.
Possono essere formulati per cortesia o per manifestare piacere ed affetto sinceri. Possono, altresì, essere vissuti come una formalità vuota o un gesto ipocrita.
Alcuni studi di psicologia sociale hanno evidenziato come alcune consuetudini siano un mezzo per rinsaldare i legami tra gli appartenenti a un gruppo sociale.
Il principio della reciprocità è stato formulato dallo scrittore R. B. Cialdini nel suo libro “Le armi della persuasione: Come e perché si finisce col dire di sì Copertina, (Giunti Psychometrics; Enlarged edizione)”. Cialdini spiega che esiste un meccanismo psicologico che indica la tendenza umana a ricambiare gentilezze o favori ricevuti da altri: siamo più inclini a favorire coloro che, in precedenza, sono stati gentili con noi.
Quando riceviamo un dono, nasce dentro di noi un senso di gratitudine e ci sentiamo in obbligo a ricambiare.
Dal punto di vista psicologico, scambiarsi auguri è un modo per creare un legame emotivo poichè mostriamo attenzione e ci prendiamo cura delle persone importanti per noi.
Ma è un gesto totalmente disinteressato?
Ebbene, no!
Questo atto consolida i legami sociali. In epoche in cui la carestia era un rischio imminente, rappresentava la sicurezza nell’ottenere aiuto reciproco.
Nel commercio, sia local che on line, è ampiamente utilizzata la pratica di offrire regali o omaggi.
Ricevere campioni omaggio al momento dell’acquisto in negozi come profumerie o erboristerie induce un senso di gratitudine ma ci sentiamo anche in obbligo a tornare nello stesso negozio per futuri acquisti.
Un altro aspetto analizzato da Cialdini nel suo libro, che consiglio di leggere soprattutto se sei minimalista, riguardava lo status sociale sia del mittente che del destinatario.
È emerso chiaramente che un biglietto firmato con il titolo “Dottore” ha ricevuto più risposte rispetto a uno firmato solo con il nome e cognome, specialmente da persone con uno status sociale più basso. Questo potrebbe indicare un tentativo di ricambiare gli auguri delle persone di classe superiore, anche se sconosciute, al fine di evitare di offendere qualcuno che potrebbe avere un’influenza significativa nel futuro.
Personalmente, credo che anche se nella società attuale gli uomini sono meno vulnerabili ai pericoli, resta innato il bisogno di sentirsi parte di una comunità che possa sostenerli in caso di bisogno.
Sembra che questo sia il vero significato dell’atto di scambiarsi gli auguri.
Prima di arrivare le conclusioni, vorrei che ti chiedessi perchè ho scritto il seguente articolo.
Lo hai fatto?
La risposta la troverai nelle mie inusuali conclusioni!!! 🙂
Conclusioni
Indipendentemente dalle motivazioni che ti spingono a fare gli auguri, ti chiedo gentilmente di accettare i miei più sinceri. Te li offro con tutto il cuore, sperando che i tuoi progetti si avverino.
Ti prego di non sentirti in obbligo a ricambiare, sono un gesto genuino, spontaneo e disinteressato.
Tantissimi auguri!!!!
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Fonti
“Anche a te e famiglia!”, psicologia degli auguri di Natale