Lo yoga è un’antica pratica indiana che trova ampia diffusione, in occidente nel secolo scorso.
La sua nascita si perde nella notte dei tempi ed ha impregnato qualsiasi aspetto della vita di popolazioni che erano diversissime dalle nostre, già dall’antichità.
Durante il ‘900 si diffonde in un mondo i cui valori e modi di interpretare la vita ed il benessere psico-fisico sono molto diversi rispetto a quello orientale.
Era, pertanto, inevitabile interpretare il messaggio originale dello yoga secondo la prospettiva occidentale.
Gli asana ne sono un esempio.
Partiremo dall’analisi etimologica per cercare di comprendere cosa si intendesse, originariamente, con questo termine e quali caratteristiche deve avere una posizione affinchè si possa dire che stiamo praticando asana.
Concluderemo il nostro viaggio scoprendo come sia possibile ricercare ed applicare le qualità dell’asana nella vita di tutti i giorni.
Cosa significa asana in italiano
Asana è una parola composta.
La radice As- si traduce con: raggiungere, godere, risiedere, dimorare.
Il suffisso –An si traduce con respirare, vivere, vivo.
Potremmo, com’è di uso comune fare, tradurre il termine con posizione o postura. Ma è molto di più di questo. E’ uno dei tanti strumenti offerti dallo yoga per acquisire sempre più consapevolezza di noi stessi e della nostra vera natura (Purusha).
E’ una posizione comoda e confortevole in cui dimorare a lungo, respirare e sentirsi vivi.
Si tratta di un concetto molto lontano dall’attuale visione dello yoga. E’ opinione comune che lo yoga sia un susseguirsi di numerose posture e molto simile ad una disciplina sportiva.
Ma è essenzialmente un atteggiamento di consapevolezza. Durante la pratica ci focalizziamo sulle percezioni inviate dal corpo e su come esso interagisce con la mente ed il respiro.
Le asana o gli asana? Questo è il problema!!! 🤔 Un cenno di grammatica italiana
In sanscrito, asana è un termine neutro. Secondo la grammatica italiana, i termini stranieri neutri vengono tradotti al maschile. Per cui è corretto dire: “gli asana”.
Inoltre, il termine non cambia anche nella sua forma al plurale.
L’accento cade sulla prima a (àsana) e non sulla seconda.
Cosa sono gli asana?
Originariamente, con questo termine si indicavano le posizioni sedute per meditare. Con il tempo gli è stato attribuito un altro significato. Attualmente, indica le posizioni che si assumono durante la pratica.
Secondo Patanjali, sono uno degli otto rami dello yoga.
Sthira sukham asanam: le qualità dell’asana
Ancora due termini da tradurre dal sanscrito all’italiano. Non può essere diversamente dato che è la lingua ufficiale dello yoga.😘
Le caratteristiche delle posizioni sono elencate nello nello Yoga Sutra 2.46 di Patanjali. E sono:
- Sthira che significa stabile
- Sukham che significa confortevole.
Quindi, la posizione deve essere stabile e confortevole.
Comunemente, il sutra viene tradotto in questo modo!
Ma, T.K.V. Desikachar aggiunge altri elementi traducendo il sutra così: “L’asana deve avere la duplice qualità dell’attenzione e del rilassamento1“.
Nel commento recita: “La pratica degli asana è costituita da esercizi fisici. Correttamente praticati, gli asana hanno la qualità dell’attenzione priva di tensione e del rilassamento privo di torpore o pesantezza”.
A mio parere, T.K.V. Desikachar, quando parla di posizione corretta aggiunge una terza qualità. E, inizia a spiegarci perchè l’asana non è una semplice posizione ma molto di più.
Ritengo che rispetto a questa qualità occorra fare un piccolo inciso. La posizione correttamente assunta è quella che prima di tutto non genera traumi al nostro fisico. Per farlo occorre riconoscere e superare l’istinto competitivo, presente in tutti noi.
Non cerchiamo di voler svolgere una posizione esattamente come lo farebbe un acrobata o un ballerino. Ma riconosciamo i limiti del nostro corpo e rispettiamoli.
Con il tempo, scopriremo che li avremo superati senza alcuno sforzo o trauma fisico.
Desikachar amplia anche i concetti di Sthira e Sukham.
- Sthira non è solo stabilità ma anche assenza di tensione;
- Sukham non indica solo la ricerca di confort nella posizione ma anche assenza di torpore.
Difficile, vero!?!? 🧐
Non lo ritengo difficile. La mia esperienza mi ha insegnato che sono qualità che chiunque può sviluppare.
Occorrono solo:
- pratica costante;
- rispetto per i limiti del corpo;
- comprendere che non si può ottenere tutto subito.
Riuscirai a trasformare la posizione in uno stato dell’essere; a vivere pienamente e consapevolmente; a ritrovare la calma psico-fisica ed a riconoscere come reagisci a tutti gli stimoli interni ed esterni.
E nella vita quotidiana?
Ora desidero portare la tua attenzione su un aspetto che ritengo possa interessarti.
Abbiamo detto che lo yoga ci cambia profondamente in meglio.
Eseguire correttamente un asana significa anche comprendere quali sono i corretti muscoli e distretti corporei da attivare quando facciamo un movimento.
Tutto questo si può e si deve applicare anche nella nostra quotidianità, al di fuori del tappetino.
Eh, si, anche questo è yoga 🤷♀️
Gli esempi sono molteplici. Basti pensare che spesso stiamo in piedi, o seduti al computer a lungo.
Sono certa che sia capitato anche a te di sollevare la mano per prendere quel bicchiere…
Accidenti, come è posto così in !!! 😡
Ti sollevi sulla punta dei piedi, incurvi lateralmente il tronco…🫣
Ohooops !
Ma, sarebbe stato sufficiente mobilizzare la scapola per raggiungere il bicchiere senza sforzo (leggi assenza di tensione) ed in modo rilassato come ci insegna T.K.V. Desikachar.
E’ un semplice esempio di applicazione pratica di quanto appreso sul tappetino ed applicato nella vita di tutti i giorni!!!
Origine del nome delle posizioni.
Gli antichi rishi non avevano a loro disposizione la moderna tecnologia. Soprattutto non potevano chiedere informazioni a Google .
Ciò che avevano in abbondandanza a loro disposizione era la natura in cui vivevano.
Seduti in meditazione, non perdevano occasione per osservare ed imitare animali, piante, firmamento.
Così facendo, sono riusciti a carpirne i segreti e ad individuarne le qualità.
Con il corpo cercano di imitare la forma dell’oggetto osservato.
La posizione seduta non solo subisce una metamorfosi ma i rishi gli attribuiscono nomi diversi che a volte richiamano l’oggetto che simulano ed altre volte sono di fantasia.
Per cui, può capitare che una stessa posizione venga chiamata diversamente in scuole diverse.
Conclusioni
Gli asana sono uno degli otto rami dello yoga. Le principali qualità da ricercare nella pratica sono la stabilità ed il confort della posizione. Ma anche assenza di tensione e di torpore.
Questi aspetti si acquisiscono con l’esercizio costante e si possono applicare facilmente a tutte le azioni che compiamo.
1 “Il cuore delo Yoga. Come sviluppare una pratica personalizzata” – Edizione 1997 – Astrolabio. Ubaldi Editore,Roma. Pag. 198
3 commenti su “Asana. Cosa sono e le loro qualità.”
Veramente molto interessante…grazie Gianna
Molto interessante, puntuale e approfondito . GRAZIE
Per me è stato un ripasso per alcuni aspetti pratici ( avevo avuto modo di apprenderle alle Tue lezioni) e una novità per altre nozioni storiche.
Grazie
Fiorella