“Imparare a lasciare andare” è il fulcro attorno al quale ruotano minimalismo e parte della filosofia yoghica.
Ogni volta che affrontiamo cambiamenti nella vita, inevitabilmente ci troviamo di fronte a momenti di crisi e incertezza.
Il primo ostacolo che incontriamo è riconoscere e superare Abhiniveśa, l’insicurezza o, in senso più esteso, la paura della morte.
Metaforicamente parlando, ogni cambiamento può essere visto come la fine di un capitolo del nostro passato e l’inizio di una nuova fase della nostra vita.
Cosa genera insicurezza e paura nonostante il bisogno cambiare?
L’origine della nostra sofferenza, kleśa in sascrito, è da ricercare nei samskara che abbiamo coltivato inconsapevolmente per lunghissimi anni.
Riflettiamo poco sul processo di identificazione con essi.
I samskara guidano ed influenzano il nostro operato e le nostre credenze. Crediamo di essere le abitudini acquisite, il nostro nome, il nostro lavoro, i nostri problemi, etc.
Il processo di identificazione dona sicurezza e sofferenza al contempo. Cambiare, andando incontro all’ignoto significa abbandonare alcuni aspetti della personalità che abbiamo creduto essere vero per lunghissimi anni.
E’ naturale essere insicuri. Ma è anche possibile cambiare con pazienza e tempo. E molto più facile recidere un ramoscello che una sequoia ultra centenaria.
Le sequoie simboleggiano i samskara. Mentre le nuove abitudini salutari sono i ramoscelli.
Quindi forza e non abbatterti. Vediamo cosa possiamo fare.
Qual’è l’ostacolo principale al cambiamento?
L’ostacolo principale è la paura del cambiamento in sé. Ci sentiamo insicuri riguardo alla nostra capacità di farcela. Abhiniveśa può essere superata concentrandoci sui lati positivi del processo e se iniziando a pianificare il nostro futuro.
Il nostro piano d’azione includerà anche la definizione dei tempi, la considerazione di eventuali errori e il processo di risoluzione dei problemi.
Con “definizione dei tempi” intendo che il processo sarà più lungo che breve. Il concetto di tempo è molto fluido, quindi è importante non perdere la pazienza. Tutto dipende da dal tuo punto di partenza e dove vorrai arrivare.
Immagino i tuoi Samskcara come delle antichissime sequoie e le nuove abitudini come dei ramoscelli.
Quando inizia a pianificare il tuo ramoscello e come se iniziassi ad annaffiare i nuovi ramoscelli, distraendo l’attenzione dalla sequoia.
Non lasciare che la paura ti paralizzi ma fai il primo barcollante passo.
Fatto il primo passo, non precipitarti a fare immediatamente il secondo ma continua a studiare come ti senti, le emozioni che provi ma soprattutto riconosci di avercela fatta. Questo determinerà un rilascio di dopamina e, conseguentemente, di piacere. Il piacere che provi sarà il concime che ti farà progredire.
La fiducia in noi stessi e nel nostro futuro crescerà con l’esperienza e il supporto di coloro che hanno già iniziato un percorso simile. Sarai molto incoraggiato dal raggiungimento dei primi obiettivi.
Come affrontare al meglio il cambiamento?
Come gestire efficacemente il cambiamento?
È importante considerare che abbiamo preso noi stessi la decisione di cambiare, il che rende il processo indubbiamente più agevole rispetto a un cambiamento imposto. Nonostante ciò, è possibile che incontrerai degli ostacoli sul tuo percorso, a volte anche piuttosto difficili da superare.
In considerazione della difficoltà del percorso, ritengo che si possa iniziare con uno, massimo due obiettivi. Non avere fretta e concediti il tempo necessario per consentire alle nuove abitudini di radicarsi profondamente nella tua vita.
Un altro aspetto da prendere in considerazione è che occorre aprirsi alla necessità di vedere le cose da un punto di vista diverso. Occorre essere sufficientemente elastici per cambiare il proprio punto di vista. Avere un pensiero creativo. Per comprendere come vuoi che diventi la tua vita dei fare una profonda introspezione per comprendere le vere motivazioni che ti fanno desiderare di cambiare. Solo allora, se non adotterai solo la razionalità, ma l’intuizione, troverai la forza per iniziare a cambiare ed il coraggio per superare la paura che ti blocca.
Imparare a lasciare andare:una prospettiva occidentale vs una prospettiva orientale
Imparare a lasciare andare è un concetto ampiamente riconosciuto nella filosofia orientale e viene spiegato dettagliatamente negli yoga sutra di Patanjali.
Nel mondo moderno in cui viviamo, dove le tentazioni di identificarci con aspetti poco salutari della vita sono sempre più presenti, è estremamente difficile praticare il lasciare andare o non attaccamento.
Esso include anche l’idea di abbandonarsi alla vita accettando pienamente ciò che ci offrono sia le esperienze positive che negative. Ma in Occidente, l’atto di arrendersi porta spesso con sé una connotazione negativa di debolezza.
Nessuno come Sofi Dillof può offrirci una chiara illuminazione su questo concetto attraverso le sue parole:
Nella nostra moderna cultura occidentale, in cui prevalgono sentimenti di separazione e disconnessione, spesso ci vantiamo di essere forti e di dominare gli altri. Siamo abituati a libero sfogo al nostro ego, che ci illude a volte di poter controllare l’universo. Per questo, l’idea di arrendersi viene considerata come qualcosa di negativo, perché è vista come una sorta di debolezza, o di sconfitta… Nello yoga invece avviene esattamente il contrario. E’ come cedere un granello di sabbia, per ricevere in cambio l’intero universo. E sebbene la pratica di Isvara Pranidhanat richieda grande autodisciplina, fiducia e fede, è assai più faticoso restare attaccati alla piccolezza dell’ego che arrendersi alla grandezza del Sé.
Anche il Tao Te Ching aiuta a riflettere sull’importanza di imparare a lasciar andare e praticare il non attaccamento.
Il Tao Te Ching invita a lasciarsi fluire per seguire il flusso della vita senza opporre resistenza. La vita è come un ruscello in cui l’acqua scorre incessantemente. Resistere è futile poichè l’acqua troverà una deviazione e continuerà a scorrere raggiungendo la foce del fiume.
Pertanto, la vita, come l’acqua che inevitabilmente scorre verso la foce del fiume, troverà sempre un modo per realizzare i suoi obiettivi.
Lasciare andare può sembrarti impegnativo. In effetti lo è. Ma è anche un viaggio intimo di scoperta di se stessi (Svādhyāya).
Il viaggio inizia nel momento stesso in cui prendi consapevolezza che nella tua vita ci sono dei problemi e che avverti l’impulso di preservare la tua felicità e di superare il dolore causati dall’insoddisfazione.
Ciò che ti lega al passato è il legame profondo che hai con le emozioni e le sensazioni a. Tuttavia, ora è il momento di imparare a prendere amorevolmente le distanze da ciò che è stato o che è ancora presente nella tua vita. Per te, è giunto il momento di sfidare le tue emozioni, superare la paura del cambiamento e iniziare a plasmare una visione chiara di chi desideri diventare. Sarà necessaria molta pazienza, ma il risultato ne varrà la pena.
Cambieranno molte cose nella tua vita, e non tutti ti seguiranno in questa avventura. Ben presto ti accorgerai che è un percorso solitario nonostante ti porterà verso un futuro più luminoso.
Continua a leggere per scoprire come iniziare la tua avventura!
Perchè il passato è importante?
Prima di snocciolare come realizzare il tuo piano di azione, vediamo perché il passato è importante.
Il passato rappresentato dai tuoi samskara influenza il tuo presente, ciò che sei adesso. Se non cambiamo, i Samskara influenzeranno anche il futuro.🤪
Pertanto è un ottimo monito da tener presente per superare paura, pigrizia, rimorso per aver speso più del dovuto e restare focalizzati sui nostri obiettivi.
Sottoponiamo il nostro passato ad una “revisione storica” per trarre gli opportuni insegnamenti senza demonizzarlo ma dandogli valore aggiunto in quanto ci testimonia ciò che non vogliamo più essere.
Probabilmente le esperienze passate, soprattutto se sono state causa di sofferenza ti hanno reso una persona rigida, controllata, insicura , con poca autostima o timida. Puoi superare tutto questo. Non è semplice o immediato ma ce la farai.
Persone ed esperienze restano importanti ma ciò non significa che bisogna mantenere le stesse relazioni se non portano a nulla di costruttivo.
Le 5 fasi del processo di cambiamento.
E arrivato il momento di analizzare le caratteristiche e le fasi del processo di cambiamento.
Abbiamo già accennato che non si tratta di un processo lineare ma circolare.
Potresti vivere momenti in cui senti di aver fallito. Questi momenti non indicano un vero fallimento da parte nostra, ma piuttosto evidenziano la necessità di continuare a praticare e migliorare e apportare degli aggiustamenti.
Fidati, gli aggiustamenti saranno tantissimi.
Come procedere?
Cerchiamo di identificare le diverse fasi:
- Definizione del problema: i principali problemi sono identificazione e attaccamento. Come dicevamo, siamo attaccati alle esperienze, emozioni e sensazioni del passato. Riconoscere quali sono i nostri attaccamenti e con cosa ci identifichiamo è il primo passo. È una fase cruciale in cui fermarsi a riflettere profondamente su se stessi (svadhyaya) per arrivare alla radice del vero problema. Ti suggerisco partite individuando una sola area della tua vita. Inizia a fare, meglio se per iscritto, un punto della tua situazione attuale.
- Indentifica il vantaggio: chiediti quali vantaggi otterrai dal lasciare andare una specifica parte di te o della tua vita e focalizzati su di essi;
- Scegli la soluzione migliore tra una serie di alternative;
- Realizza e attua un piano d’azione: in questa fase definisci bene obiettivi da raggiungere e strategie da adottare. Definisci pochi obiettivi da raggiungere. L’errore comune è quello di individuarne molti e disperdere le energie. Abbi fiducia in te. Inizia con piccoli passi.
- Valutazione dei risultati raggiunti. In questo frangente le parole d’ordine sono: accettare ed accogliere soprattutto gli errori commessi. Ricorda gli errori commessi non sono fallimenti. Sono una grandissima opportunità di riflessione e conoscenza di noi stessi. Sono un invito a raffinare il percorso verso il successo.
Alcune strategie per essere nel qui ed ora.
Ecco altre stategie per essere sempre nel qui e ora:
- Presta più attenzione alla qualità di ogni attività che svolgi;
- Concentrati su una cosa sola alla volta, evita il multi-tasking con i suoi13 svantaggi del multitasking per la salute;
- Ogni volta che ti sorprendi a pensare al passato o preoccuparti per il futuro riporta la tua attenzione a ciò che stai facendo nel momento presente.
- Cervca di riconoscere tutte le sensazioni che provi.
Cosa lasciare andare?
Obiettivo è quello di esercitarsi a divenire consapevoli di emozioni, schemi mentali e sensazioni disfunzionali. Questi aspetti del nostro mondo sottile, interiore, si manifesteranno nel mondo grossolano della materia. Li possiamo leggere sotto forma di case piene di oggetti che tolgono spazio, vista e pulizia. Ma anche nel settore egli interessi e delle relazioni che apportano poco valore.
Sono solo alcuni esempi perchè l’elenco è lunghissimo.
Perchè imparare a lasciare andare?
La vita è costellata di sofferenza le cui cause sono radicate nel vissuto. Siamo strettamente legati a situazioni che ci hanno fatto soffrire. Il loro ricordo torna spesso alla mente e continua a generare sofferenza. Un’altra causa di sofferenza è la tesione mentale verso il futuro, la costante preoccupazione di ciò versò ciò che sarà. Sono solo ipotesi spesso generate dal timore di non essere in grado di riuscire a superare eventuali situazioni avverse.
La pratica della meditazione ti aiuta a identificare quando questi due stati mentali si manifestano e ti guida nel riportare la tua attenzione al momento presente.
Lao Tzu insegna:
La vita è una serie di cambiamenti spontanei e naturali. Non opporre loro resistenza: questo crea solo dispiacere. Lascia che la realtà sia realtà. Lascia che le cose fluiscano naturalmente in avanti in qualsiasi modo loro piaccia.
Perchè è difficile lasciare andare?
Le motivazioni sono tante, di natura psicologica e culturale.
Le incombenze della vita quotidiana sono tante. Pertanto, nei momenti liberi, l’idea di impegnarsi e riflettere sulla nostra vita risulta gravosa. Ci assale la pigrizia ed accumuliamo le cose in luogo lontano dai nostri occhi.
Destiniamo importanti somme di denaro per l’acquisto di oggetti che dovrebbero alleggerire e rendere più facile il nostro vivere quotidiano. Spesso gli oggetti acquistati sono superflui o addirittura inutili. Vanno fuori moda come gli abiti. Ma avendo investito gran parte dei nostri riaprmi ed Assaliti dal senso di colpa per aver investito gran parte dei nostri risparmi in oggetti o esperienze superflue, preferiamo accantonarli in un angolo buio della nostra mente o della nostra casa, piuttosto che liberarcene. Intanto l’ingombro, il disordine e la polvere aumentano, ci sentiamo soffocare per la mancanza di spazio ed abbiamo la sensazione che le gli spazi a nostra disposiziane, come le case, sono insufficienti.
Illudersi che gli oggetti “potrebbero tornare utili in futuro” nasconde, in realtà, la paura per il futuro, l’incapacità di affidarsi, la vita che protegge sempre i suoi figli.
Questi modi di operare sono diventati così intrusivi nella nostra vita che addirittura la psichiatria ha riconosciuta una nuova patologia legata al benessere chiamata “disturbo di accumulo” e sta cercando delle cure adeguate.
A volte, se l’oggetto ci è stato regalato, non riusciamo a liberarcene perchè abbiamo l’impressione di fare un torto al donatore.
Da quanto detto, minimalismo e yoga hanno un altro aspetto in comune: l’introversione. Con questo intendiamo la capacità di portare la nostra attenzione verso il nostro mondo interiore, verso quello che siamo veramente. La capacità di conoscere se stessi per poter vivere in armonia nel mondo. Imparare a lasciare andare è anche vivere con distacco da ciò che non è essenziale e che non ci fa evolvere come individui. La vita sociale porta la nostra attenzione verso tutto ciò che è al di fuori di noi. Crea falsi bisogni o addirittura, come accennato, determinando l’insorgenza di nuove patologie.
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Conclusioni
“Imparare a lasciare andare” riveste un ruolo centrale sia nel minimalismo che nella filosofia yogica, incarnando un principio essenziale per condurre una vita più equilibrata e appagante.
Affrontare e superare l’insicurezza (Abhiniveśa), costituisce il primo passo cruciale nel percorso di cambiamento personale.
Le nostre sofferenze hanno origine dai modelli mentali accumulati nel corso della vita, noti come samskara, che spesso ci portano a identificarci con ruoli, abitudini e problemi, generando un senso di insicurezza e infelicità.
Il Patanjali e il Tao Te Ching ci invitano a seguire il flusso naturale della vita senza opporci, simile all’acqua che scorre in un fiume, promuovendo il concetto di lasciar fluire come mezzo per raggiungere un maggiore equilibrio e armonia esistenziale.
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Fonti
7 passi per imparare a lasciar andare ed affidarsi
1 commento su “Imparare a lasciare andare il passato in 5 passi.”
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