attaccamento

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E’ giunto il momento di praticare il non attaccamento o aparigraha. E, per farlo, ti indicherò 1 asanaEd 1 mudra

Prima, però, indagheremo attraverso quali aspetti si esprime il non attaccamento aparigraha quando siamo sul tappetino. E, più precisamente ti parlerò del “qui ed ora” e delle aspettative.

Qui ed ora

Questo principio ci suggerisce di essere presenti a se stessi nell’attimo che stiamo vivendo. Nel qui ed ora, appunto.

Capita a tutti, soprattutto ai principianti di voler ripetere posizioni che hanno donato benessere o sollievo.
Ma se sali sul tappetino per rivivere esperienze pregresse la tua mente è rivolta al passato e non al momento presente. Non applica il non attaccamento agli oggetti , come abbiamo visto la scorsa settimana.

Infatti, aparigraha insegna a vivere la pratica nell”ora”: senza aspettative, con leggerezza, istante per istante, totalmente presenti ed attenti in ogni gesto che stiamo compiendo.

Dopo aver compreso cosa significa ora, soffermiamoci a riflettere sul qui.

Ovviamente, è il luogo in cui ti trovi in un determinato istante.

E’ ragionevole pensare che i tuoi piedi si trovino sul tappetino e non  all’asilo a prendere i tuoi nipotini.  😇

Se se ti accorgi di stare pensando a cosa farai nell’immediato futuro, riporta la tua mente e la tua attenzione al luogo in cui ti trovi ed in cui hai deciso di praticare.

Il “qui” è il luogo in cui ti trovi in un particolare momento ed in un determinato istante.🤷‍♀️

Aspettative

Già la scorsa settimana abbiamo visto come l’assenza di aparigraha o non attaccamento rischia di farci cadere in un circolo vizioso.

Applichi aparigraha quando ti approcci allo yoga senza aspettative. Quando non ricerchi ciò che è stato e sei disponibile a ricevere ciò che sarà.

Solo quando impareremo a tenere a bada il nostro ego ed a comprendere che le sensazioni sono oggetti momentanei sulle quali è opportuno non soffermarsi o aggrapparsi applicheremo il non attaccamento.

Per tornare all’obiettivo che ci siamo prefissati con la pratica cercheremo di:

  • riconoscere le nostre sensazioni, aspettative ed emozioni;
  • non trattenerle;
  • lasciarle andare.

Sono certa che stai pensando: “Come al solito, per te, Gianna, è tutto facile!!! Io non sono capace!!!!😰 😰 😰”

Ok. So benissimo che all’inizio tutto sembra difficile.

Fermati un istante ed ascoltami.

Di seguito ti suggerirò una mudra ed un asana che ti trasmetteranno fiducia nel futuro e nella vita. Inoltre, il 30 gennaio 2023, nella sezione dedicata alla meditazione troverai il blog post: “Meditare sul non attaccamento: guida alla pratica di aparigraha per una vita più consapevole e felice

Torniamo a noi.

Ovviamente, quanto su esposto richiama due principi:  imparare a resistere alla tentazione di imitare gli altri ed a gestire la propensione a giudicarci.

Questi due modi di fare sono il seme dell‘invidia.

Cerca di cambiare il tuo atteggiamento e di provare gratitudine verso di te ed il tuo corpo per quello che riesci a fare.

Non ti sto suggerendo di rassegnarti. Accettare imperfezioni e limiti  non è rassegnazione. E’ comprendere che costituzione fisica ed abilità sono il risultato di esperienze passate e della nostra psiche.

Sono esattamente tutto ciò che ci rende unici nell’universo.

E, scusate se è poco!!!!😜 😜 😜

Se anche, dovessi riuscire ad eseguire alla perfezione il tuo asana preferito, lo yoga insegna che niente è permanente, che i fenomeni sono transitori e che le nostre capacità fisiche potrebbero mutare con il tempo.

E, quindi, cosa ti suggerisco di fare?

La pratica che ti suggerisco per sviluppare il non attaccamento è incentrata su Svadhisthana chakra (il secondo chakra) ed Anahata chakra (il quarto chakra).

Ti indicherò un asana che stimola entrambi.

Ckakra e non attaccamento

Qual’è la relazione che lega i chakra con il non attaccamento?

Ogni chakra esprime in modo armonico o disarmonico determinate qualità.

Il kundalini yoga consente di equilibrare la loro manifestazione.

Vediamo quali  qualità del secondo e quarto chakra sono interessanti ai fini della pratica del non attaccamento.

 

attaccamento
Lascia che il fiume della vita ti culli. Ascolta il gorgoglio dell’acqua che scorre. Godi della vastità del panorama davanti ai tuoi occhi, il blu del cielo, il sole che splende ed il verde degli alberi. Foto: pexels-guduru-ajay-bhargav

Svadhisthana chakra

E’ legato all’emotività ed al piacere di vivere. Se non riesce ad esprimere le sue qualità in modo armonico, le emozioni negative, tra cui l’attaccamento, possono prendere il sopravvento.

In questo caso vivremo all’insegna degli impulsi primitivi legati alla sopravvivenza della specie.

Anzichè lasciarti cullare dal fiume della vita, ascoltare il gorgoglio dell’acqua che scorre,  godere della vastità del panorama che si apre davanti ai tuoi occhi, il blu del cielo, il sole che splende ed il verde degli alberi, cercherai di aggrapparti alla prima roccia o ramoscello che incontrerai per sopravvivere ed essere più forte al fine di sconfiggere  un pericolo inesistente.

Ed Anahata chakra  a quali emozioni è collegato? E come le influenza?

Anahata chakra

Anahata significa “non colpito” o “non percorso”.

Gli organi principali1 presenti in questo distretto corporeo sono:

  • il cuore che batte senza impulsi per puro amore incondizionato;
  • i polmoni;

E’ opportuno ricordare che l’elemento di questo chakra è l’aria che rappresenta:

  • movimento;
  • leggerezza;
  • espansione.

Qual è il legame tra emozioni, cuore, polmoni ed elemento aria?

La pratica tende ad “aprire il cuore” posto al centro del torace.

E cosa si intende?

Il lavoro su questo chakra si effettua con posizioni di apertura con l’intento di superare la paura e di lasciarsi andare.
Per comprendere che se lasciamo andare lo scoglio a cui siamo aggrappati tutto si arricchirà di suoni e colori diversi. Per aprirci a nuove esperienze ad amare la vita in modo incondizionato senza aspettative.

Per accettare noi stessi, così come siamo e senza voler cambiare per piacere agli altri. Ad essere orgogliosi e consapevoli di noi stessi e sentirci più leggeri.

L’asana che ti suggerisco di fare apre torace e spalle. Consente di inspirare più profondamente ed espirare tutte le emozioni limitanti.

Ovviamente, si tratta solo di suggerimenti. Per la tua pratica puoi selezionare tutte le posizioni di apertura del chakra del cuore e gli asana che agiscono sulla mobilità del bacino.

 

attaccamento
Matyasana. La posizione statica del pesce per l’apertura del cuore.

Asana per il non attaccamento

Matsyasana. Quali obiettivi vogliamo raggiungere?

  •  mobilità del bacino e del respiro;
  • apertura di Anahata Chakra.

Come si esegue Matsyasana?

Eseguiremo la posizione in due fasi: la prima dinamica e la seconda statica.

Siediti sul pavimento, con le gambe distese ed i gomiti appoggiati a terra per sostenerti.

Verifica l’appoggio di tutto il corpo sul pavimento e la mobilità del bacino con piccole oscillazioni.

Mentre inspiri, l’addome si solleva.

Espira. L’addome si abbassa ed il perineo si contrae.

Ripeti alcuni respiri osservando il dondolio del bacino in avanti (mentre inspiri) ed in dietro (mentre espiri).

Percepisci la fluidità del respiro.

Inizia con  movimenti poco ampi ed amplificali sempre di più.

Per passare alla fase statica, inspira profondamente, inarca la schiena, lascia che la testa scivoli all’indietro fino ad appoggiarne la sommità a terra.

Mantieni la posizione per alcuni respiri.

Matsyasana presenta controindicazioni?

Purtroppo si. Non eseguire l’asana se hai problemi alle cervicali.

Quali varianti possiamo adottare?

Se sei alle prime armi, ti suggerisco di posizionare un cuscino o una coperta sotto il torace e sotto la testa.

Le gambe possono essere distese o piegate con le piante dei piedi che si toccano e le ginocchia rivolte all’esterno.

Se per te è faticoso sostenerti con i gomiti, puoi appoggiare le mani lateralmente al corpo, sul pavimento con i palmi rivolti verso l’alto.

 

Attaccamento
Padma mudra: gesto delle mani che simboleggia il cuore pronto a ricevere con fiducia i doni della vita.

Mudra per il non attaccamento

Le mudra sono gli “asana” o lo “yoga delle mani”. Il termine si traduce con “gesto” o “sigillo”.

Padma Mudra: il mudra del fiore di loto (Padma)

In questa mudra le dita delle mani imitano il fiore di loto.

Il fiore di loto aperto simboleggia il nostro cuore che si apre fiducioso alla vita, alla purezza, all’abbondanza, al mondo. Tutte qualità che consento di sviluppare il non attaccamento.

Padma mudra attiva Anahata chakra (il chakra del cuore).

Il fiore aperto accetta tutto ciò che il sole dona in abbondanza. Riceve molto di più rispetto alle sue reali necessità.

Come si esegue Padma Mudra

  • Assumere una posizione seduta (padmasana, vajirasana, sukhasana);
  • posiziona le mani in Anjali mudra;
  • pollici, mignoli e polsi restano in contatto; le altre dita si flettono e si aprono ad ogni inspiro per lasciare penetrare i raggi di sole;
  • espirando le dita si richiudono per portare internamente l’abbondanza donata dal sole.

Come vedi questa mudra è facilissima da eseguire e non presenta controindicazioni. Mantienila mudra per alcuni minuti meditando su come esprimi l’attaccamento.

Conclusioni

Aparigraha e non attaccamento sono sinonimi.

La pratica richiede la totale presenza in ciò che stai facendo (qui ed ora) ed assenza di aspettative o attaccamento al risultato. Apertura e piena fiducia nella vita.

Matyasana e Padma mudra lavorano su Svadhisthana chakra ed Anahata chakra.

Ti ho offerto solo un assaggio della pratica con i miei suggerimenti.

Per sviluppare il non attaccamento puoi scegliere le posizioni di apertura (chakra del cuore) e quelle che favoriscono fluidità ed espressione del piacere di vivere proprie dell’elemento acqua (secondo chakra).

 

 

1 E’ bene tener presente che stiamo analizzando questi organi secondo il sistema dei chakra e non da un punto di vista fisiologico ed anatomico.

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