Patanjali paragona lo yoga ad un sentiero. Infatti, lo yoga è un viaggio alla scoperta del nostro mondo interiore. Ed il pratyahara è il portale di accesso a questa dimensione.
Scopriremo, insieme, come oltrepassare quella soglia ed addentrarci nella pratica.
Cos’è il Pratyahara
Il sentiero dello yoga è composto da otto rami, detti anche membra o stadi. Si tratta di otto tipi di pratiche, da eseguire progressivamente per raggiungere il samadhi, la meta finale.
I rami sono:
- yama (codice etico);
- niyama (osservanze);
- asana (posizioni o posture);
- pranayama (controllo del prana);
- pratyahara (ritiro dei sensi);
- dharana (concentrazione);
- dhyana (meditazione);
- samadhi (assorbimento, unione del sè con il divino).
Mi piace sottolineare che contrariamente a quant0 si crede, asana è solo una delle otto modalità attraverso le quali praticare yoga.
Gli asana non sono l’unica pratica yoga!!! 🫣 🫣 🫣
Ma torniamo al pratyahara e scopriremo che anche il ritiro dei sensi è yoga!!!
I primi tre rami (yama,niyama, asana) sono definiti bahiranga sadhana o pratiche esterne che servono a preparare il corpo e la mente ad addentrarsi nel mondo interiore.
Gli ultimi tre (dharana, dhyana,samadhi) li definiamo, semplicemente lo yoga interiore o antaranga sadhana.
Pratyahara si trova esattamente al centro e consente il passaggio dal primo al secondo gruppo. Oltre agli Yoga Sutra di Patanjali, il ritiro dei sensi è descritto anche nella Gheranda Samhita, un testo dell’Hatha Yoga. Il Pratyahara è qui descritto come una tecnica per addestrare la mente attraverso il controllo dei sensi.
Infatti esiste un legame fortissimo tra mente e sensi.
Cosa significa pratyahara.
E’ un termine sanscrito composto da:
- praty: in italiano si traduce con “contro”;
- ahara che significa “via da”, “tirare”.
Obiettivo della pratica è allontanare la mente dalle influenze esterne derivanti dall’azione dei sensi.
Per agevolare la comprensione di questo concetto, il ritiro dei sensi è simboleggiato dalla tartaruga che ritirae le sue membra sotto il guscio. L’uomo sta alla tartaruga come i sensi umani stanno alle membra dell’animale.
In seguito, vedremo che possiamo attribuire anche un significato contrario a questo termine che non significa solo “allontanare” ma anche “andare verso“.
Ma procediamo per ordine!!! 😉 😉 😉
I 5 sensi. Il nutrimento della mente
La Gheranda Samhita, evidenzia il legame che esiste tra la mente ed i sensi.
Ma come si verifica questo processo?🤔🤔🤔
L’essere umano interagisce con il mondo esterno grazie ai 5 sensi: vista, udito, olfatto, gusto e tatto.
Secondo Patanjali, i sensi (indriya) sono gli strumenti che la mente ha per fare conoscenza dell’ambiente esterno. Gli stimoli percepiti dai sensi sono trasformati in emozioni e pensieri. La mente classifica le emozioni come “buone” o “cattive.” Mentre, a causa della mancanza di consapevolezza non percepiamo la qualità dei nostri pensieri *.
Si attiva, a nostra insaputa, il meccanismo di attrazione-repulsione. Questo meccanismo condiziona la nostra vita anche in assenza di stimoli.
Se paragoni la mente ad un terreno non ti sarà difficile comprendere come il meccaismo attrazione-repulsione sia paragonabile al profondo solco lasciato al passaggio dell’aratro.
Ma cosa implica tutto cio? 🤷♀️
Proprio come il contadino vedrà le piantine svilupparsi lungo i solchi lasciati dall’aratro nel terreno e non al di fuori di essi, così le nostre scelte di vita si realizzano all’interno dei solchi tracciati nella mente dalle emozioni e dai pensieri. e ci rendono ciò che siamo nella realtà. Noi siamo anche i nostri pensieri trasformati in azioni.
Cos’è il pratyahara
Abbiamo detto che il ritiro dei sensi è il quinto ramo dello yoga classico.
Abbiamo anche analizzato il meccanismo con cui la mente riceve e cataloga gli stimoli provenienti dall’esterno in buoni o cattivi.
Non abbiamo sottolineato che gli stimoli sensoriali sono l’alimento di cui la mente si nutre costantemente. Si tratta di un cibo sottile e non grossolano. Gli stimoli sensoriali sono legati all’istinto e mutano velocemente. Sono il cibo prediletto di Citta, la mente distratta dalla miriade di stimoli percepiti e non focalizzata. Non sono qualitativamente elevati. Su un piano sottile, intossicano la mente proprio come fa il cibo spazzatura con il corpo fisico. E proprio come l’assunzione ripetuta di cibo spazzatura aumenta il rischio di contrarre malattie fisiche, così, per l’ayurveda e lo yoga, le impressioni sensoriali possono dare origine a problematiche a carico del mondo interiore.
Con il pratyahara la mente si estranea dal mondo esterno per focalizzarsi su quello interiore alla ricerca della nostra vera natura. Esistono diverse tecniche per imparare a riconoscere e controllare le fluttuazioni della mente e sospendere le influenze che arrivano dal mondo esterno.
In altre parole, praticando il ritiro dei sensi impareremo a sostituire le impressioni mentali cattive con impressioni buone.
Citta, la mente in balia dei sensi, reagisce ad ogni evento esterno, disperdendosi e non focalizzandosi su un obiettivo specifico. Il pratyahara ci insegna il discernimento, a non reagire ma ad agire in modo selettivo senza essere travolti, in accordo con le nostre finalità.
I benefici del pratyahara nella vita quotidiana.
Ormai, e purtroppo, i nostri sensi sono sovraccaricati da stimoli esterni. La società dei consumi cerca di attirare la nostra attenzione sovraeccitando tutti i sensi.
E citta ci va a nozze!!! 🎂
Abbiamo gia detto che pratyahara significa sia “allontanare” sia il suo contrario: “dirigersi verso”.
Ma come possiamo fare per liberarci o mitigare l’azione dei sensi e nutrire correttamente la nostra mente?
Sicuramente occorre effettuare un “digiuno terapeutico dei sensi”, cercare l’equilibrio e la pace mentale. Dirigiti verso un cibo mentale di qualità.
Puoi iniziare dall’ambiente in cui vivi o lavori. Cerca di ridurre l’utilizzo di tutto ciò che ti aggangia all’ambiente esterno: TV, cellulari, ed altro.
Riduci gli oggetti che ti circondano a casa, in ufficio, in auto.
Puoi dedicarti ad attività che richiedono concentrazione e che abbiamo anche natura meditativa. Come, per esempio, disegnare, creare qualcosa con le tue mani, fare passeggiate all’aperto. Seleziona le tue relazioni e prediligi quelle appaganti.
Ovviamente, segui delle lezioni di yoga e medita.
Conclusioni.
Il ritiro dei sensi è una pratica yoga descritta negli antichi testi (Yoga Sutra di Patanjali e Gheranda Samhita) il cui obiettivo è attrversare il portale che divide il mondo esterno da quello interiore, purificare la mente dalle impressioni dannose prodotte dai cinque sensi. E, sostituire il cibo spazzatura con cibo da “grand gourmet”.
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Note
* I sensi sono fondamentali per la nostra sopravvivenza sia come individui che come specie nel mondo che ci circonda. Il post non vuole demonizzarli ma semplicemente evidenziare che possono provocare effetti negativi perchè influenza i processi mentali automatici.